Apuliaturistica
  • gallery
  • gallery
  • gallery

Sammichele di Bari

Sammichele di Bari

È un piccolo paese a 27 chilometri dalla città di Bari sulla direttrice per Taranto. Il territorio sorge sull’Altopiano delle Murge, in zona collinare, nel parco dell’alta Parco Murgia, all’ingresso della magnifica valle d’itria.
Sammichele di Bari è una tranquilla città agreste nella quale si pratica l’agricoltura e la zootecnia. Famosa per le sue carni e i suoi arrosti, si svolge l’evento più significativo dell’enogastronomia pugliese: la Sagra della zampina.

Sagra della zampina e del bocconcino
Protagonisti indiscussi della sagra di Sammichele sono il buon vino e la famosa zampina, un particolare tipo di salsiccia condita e arrotolata a spirale.

La sagra della zampina, del bocconcino e del buon vino è un evento che ogni anno nel mese di settembre, attira Sammichele di Bari migliaia di turisti da tutto il mondo e coinvolge migliaia di persone. Un evento molto atteso che è riuscito a trasformare Sammichele di Bari in una sorta di ristorante a cielo aperto. Macellai e ristoratori propongono un’offerta gastronomica variegata, grazie agli stand sparsi per il centro cittadino.

L’evento promuove un programma ricco di visite guidate presso il Castello Caracciolo, di laboratori, mostre ed esposizioni di artigiani locali.

Le origini del paese
L’insediamento umano nel territorio di Sammichele in località Canale di Frassineto, ai piedi di Monte Sannace, è risalente al neolitico. Nell’androne del palazzo che da tempo immemorabile sorveglia queste contrade, è ancora leggibile un’iscrizione su pietra calcarea, datata 1504, che attesta la proprietà da parte di Heronimo Centurione, banchiere genovese trapiantato a Bari che l’ha acquisito dagli Acquaviva d’Aragona, signori di Conversano, per debiti non pagati. Alla morte di Heronimo, il feudo torna agli Acquaviva ma, alla fine del ‘500, questa famiglia risulta essere, ancora una volta, fortemente indebitata ed il feudo viene confiscato. Nel 1608 un mercante ebreo-portoghese, Michele Vaaz che si è convertito al cattolicesimo, acquista il territorio dal fisco assieme al feudo di Casamassima. Il Vaaz pur se non di nobili origini, per meriti acquisiti agli occhi del vicerè di Napoli, ottiene il titolo di conte e, all’apice delle sue fortune, decide di costruire un paese che tramandi ai posteri il suo nome: Casa Vaaz. Il sito prescelto è proprio quello dove sorge l’antica torre e, per popolarlo, fa arrivare dalle coste della Dalmazia una comunità di slavi, composta da circa 460 anime, che sta scappando dall’invasione turca.
Solo con l’Unità d’Italia il Comune assunse definitivamente il nome di Sammichele di Bari.
(fonte: https://fondoambiente.it/luoghi/sammichele-di-bari?ldc)

Chiesa Matrice di Santa Maria del Carmine
Fu costruita dal 1844 al 1870 in stile neoclassico, aperta al culto il 29 giugno 1870 e consacrata il 26 novembre 1873. La facciata con paramento di conci in pietra levigati a corsi regolari è divisa orizzontalmente in due ordini da una trabeazione. Il portale è sormontato da un timpano curvilineo contenente nella lunetta un affresco della Madonna del Carmine. L’interno è a croce latina con copertura in volta a botte. Le tre navate, abbellite da decorazioni in stucco dorato, sono suddivise da due ordini di colonne con capitelli ionici. Su entrambi i lati posteriori incorporati per metà nel corpo di fabbrica della chiesa, si ergono due campanili: quello di sinistra fu completato nel 1888 e si eleva isolato dall’altezza della chiesa di un piano; quello di destra invece risulta incompleto e avrebbe contenuto l’orologio pubblico.
Il titolo di parrocchia di Santa Maria del Carmine proviene dalla chiesa S. Maria Maddalena (1617).

Castello caracciolo
Costruito nella prima metà del ‘400, quando il territorio apparteneva al principe di Taranto Giannantonio Orsini del Balzo, come avamposto di controllo e difesa in una zona di grande traffico ed in un periodo storico estremamente complesso dal punto di vista politico. Degli apprestamenti difensivi oggi restano solo poche tracce sul lato sud rimasto praticamente intatto. Di pianta quadrangolare, ha quattro bastioni d’angolo, nove ambienti a piano terra ed altrettanti al primo piano. Quelli a secondo piano derivano da una ristrutturazione successiva per adattare la struttura a diverse trasformazioni d’uso nel corso dei secoli. Appartenuto alla famiglia genovese dei Centurione, agli inizi del XVI sec., diventa poi proprietà della famiglia Vaaz, nel XVII. Il capostipite Michele Vaaz, di origine portoghese, è colui che decise di dar vita all’attuale abitato di Sammichele. Dai Vaaz passa, quindi, alla famiglia De Ponte. Tale famiglia sottopone la struttura al primo restauro, di cui si ha notizia certa, nel 1675, perché quasi cadente. Dopo questo intervento, che trasforma l’edificio in casa agricola, il primo piano resta completamento separato dal piano terra e per l’acceso al piano “nobile” viene realizzata una scala esterna. Sul terrazzo è ricavato un sottotetto da adibire a magazzino per derrate alimentari. Passato, alla fine del XVIII secolo, alla famiglia Caracciolo di Vietri, viene sottoposto intorno al 1860 ad ulteriori lavori su progetto dell’arch. Ascanio Amenduni di Casamassima, che ne stravolgono l’aspetto e lo trasformano in palazzo per villeggiare dalle linee medievali. A questo intervento, sono da attribuire la costruzione delle torri merlate, il rifacimento della facciata di prospetto, in quella che vediamo oggi, con i tre portoni di accesso, le finestre bifore a primo piano, il bugnato di rivestimento e lo scalone interno centrale. Nel secondo dopoguerra alcuni ambienti sono presi in fitto dall’Amministrazione Comunale, per essere adibiti prima a Municipio e poi a scuola. Nel 1971 è acquistato dal Comune di Sammichele per essere destinato a Museo della Civiltà Contadina.
(fonte: https://fondoambiente.it/luoghi/castello-caracciolo-e-annessa-chiesa-ss-maria-maddalena?ldc)

Prenota il tuo soggiorno

Antico Corso • Sammichele di Bari