Apuliaturistica
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I Castelli Medievali

Meravigliosi e spesso misteriosi emblemi delle vicende medievali della Terra di Bari e Bat, da sempre crocevia di popoli, incontro di culture e tradizioni diverse, ponte di congiunzione tra oriente e occidente, i castelli e le fortificazioni esprimono al meglio la forte identità dei vari comuni pugliesi, che ne sono oggi fieri custodi.

Un itinerario all’insegna della suggestione e della storia per provare il fascino di un tuffo nel passato…

Potete visitare nell’area metropolitana di Bari i castelli e le fortificazioni di Bari, Bitonto, Sannicandro di bari, Mola di Bari, Modugno, Butritto, Monopoli, Conversano, Gioia del Colle. Nella zona a nord della Batteria i castelli di Andria, Barletta e Trani. 

Vi proponiamo qui un assaggio della nostra storia oppure potete prenotare una visita guidata.

BARI: Castello normanno-sforzesco

All’estremità nord-occidentale della “città vecchia”, troviamo il magnifico castello in carparo pugliese, con rivestimento di bugnato, il cui lato nord fino a circa un secolo fa era lambito dal mare, col suo austero aspetto difensivo, dovuto alle sue origini di controllo del territorio del potere normanno sulle città conquistate. Numerosi restauri, nonché alterne vicende funzionali, si sono susseguiti fino al periodo borbonico ottocentesco. La fabbrica castellare ha incorporato preesistenti strutture bizantine (X sec.) tra cui resti di vani abitativi e una chiesa, sotto il piano di calpestìo. Il primo nucleo architettonico normanno e poi svevo è identificabile all’interno del perimetro bastionato del ‘500 nella cinta muraria con quattro torri angolari quadrate, di cui oggi se ne ammirano tre: la torre a nord-est detta “del Monaco o di San Francesco”, in virtù di una leggenda secondo cui nel XIII secolo sia avvenuto un incontro tra Federico II e Santo; la torre “dei Minorenni”, a sud-ovest, utilizzata come carcere minorile tra XIX-XX sec. e a sud-est, la torre del “Semaforo”, per l’antica presenza di installazioni luminose della marina militare. Non fu facile la ricostruzione ad opera del normanno Ruggero II, soprattutto a causa dell’indole ribelle dei Baresi, che danneggiarono l’edificio nel XII sec. In epoca federiciana la struttura viene ampliata e assume l’impianto trapezoidale, con cortine e torrioni bugnati di difesa attorno ad un elegante cortile centrale, che ne sottolinea la funzione residenziale e rappresentativa. A questo periodo risale il raffinato doppio archivolto del portale, eccellente dimostrazione di arte gotica federiciana, con preziosi bassorilievi, tra cui si nota l’aquila imperiale con la preda tra gli artigli. Nel portico a sud-est nella corte si ammirano colonne con deliziosi capitelli, a figure vegetali e animali, segni di uno stile artistico di provenienza romanica orientale, con influssi islamici. Ulteriori restauri furono portati avanti in età angioina, soprattutto sul lato sul mare. Isabella d’Aragona e sua figlia, la regina Bona Sforza, trasformano il castello in un’elegante dimora principesca fortificata (XVI sec.), con una cinta bastionata con baluardi e profondo fossato. Oggi la meravigliosa fortezza è uno dei fiori all’occhiello della città, spesso affascinante punto di partenza per piacevoli passeggiate alla scoperta del suggestivo centro storico, e splendida location per esposizioni artistiche o eventi culturali e musicali, e sede della Gipsoteca, dove sono custoditi del calchi in gesso che costituiscono gli esempi più distintivi della scultura pugliese.

GIOIA DEL COLLE: Castello normanno-svevo

Nel bianco centro storico di Gioia del Colle, spicca fiero e elegante il bellissimo castello, con le sue torri bicrome, intriso della sua affascinante storia. Visti i numerosi rimaneggiamenti durante varie epoche, la struttura resta tra le più indecifrabili in Puglia. La fortezza fu edificata, su una precedente struttura bizantina fortificata dell’XI sec., con funzione difensiva durante la conquista normanna, in virtù anche della posizione strategica nel controllo degli snodi viari tra Bari e Taranto. Con Riccardo d’Altavilla si ha la costruzione del donjon quadrangolare, l’odierna torre sud-ovest, primo nulceo del fortilizio, successivamente arricchito da altre due torri, non più esistenti, e cortine di collegamento intorno ad un cortile. Evidente, nei dettagli artistici in stile gotico e di influenza islamica della struttura, la fase di ampliamento e rimaneggiamento federiciana a partire dal XIII secolo, che ha contribuito a dare al castello un aspetto esteriore più severo, ma allo stesso tempo leggero, vista la compresenza di elementi architettonici bellici, camminamenti, feritoie, e paramento murario a bugne in carparo rosso, di antichissime origini. Intatta nei secoli è rimasta la torre sveva a sud-ovest, detta “dell’Imperatrice”, con le sue monofore asimmetriche, oculi e aperture contornati da cornici multiformi orientaleggianti, di calcare chiaro. Ulteriori interessanti interventi federiciani si notano nell’androne d’ingresso col vasto cortile trapezoidale, affinato da archi ogivali con capitelli romanici, ma anche nella suggestiva “Sala del Forno”, alla base della torre sud-est, attraverso la quale si accede ad un vano sotterraneo dove si narra che si sia consumata la triste vicenda della bella Bianca Lancia, amata da Federico II, che diede all’imperatore due figli. La tradizione popolare vuole che la donna fu imprigionata in questa stanza e si suicidò, recidendosi i seni, che fece consegnare al sovrano insieme al neonato Manfredi. In questa prigione si ammirano ancora oggi due rotondità, scolpite da un ignoto scalpellino su una delle pareti, che sembrano dare a quanti la visitano testimonianza del terribile episodio. Il castello fu poi lentamente trasformato in dimora signorile, con i Principi di Taranto (XIII sec.), coi conti Acquaviva d’Aragona (XV sec.) e principi ‘de Mari (tra XVII e XIX sec.). Nella parte sud ha sede oggi il Museo Archeologico Nazionale, che conserva reperti provenienti soprattutto dal famoso sito archeologico limitrofo di Monte Sannace. 

CONVERSANO: Castello comitale

Il meraviglioso castello domina il territorio circostante con gentile maestosità, dalla sua posizione elevata all’estremità del centro storico di Conversano. Il fascino di questa magnifica struttura, edificata dove un tempo c’era una roccaforte della Cupersanum altomedievale, è influenzato anche dalla notevole storia che ne ha accompagnato modifiche e varie fasi costruttive nel corso dei secoli, tra l’XI e il XIX. Da fortilizio di controllo in età normanna, dopo una serie di successioni Altavilla-Bassavilla, passa a regio demanio svevo, ai Brienne, Enghien, fino a divenire una sfarzosa dimora rinascimentale e poi barocca con Giovannantonio Del Balzo Orsini e con il potente feudo dei conti Acquaviva D’Aragona. Il castello conserva oggi la sua primitiva pianta trapezoidale impressa in epoca normanna, e si distingue per il raffinato paramento murario di blocchi calcarei, per le quattro torri coronate da una simile cornice con caditoie. La torre maestra quadrangolare, risalente probabilmente alla metà del XI sec. è oggi raggiungibile dall’ingresso monumentale tardo barocco, su Piazza della Conciliazione. Il possente torrione, coi suoi 25 metri di altezza e suddiviso in tre livelli, poggia sui resti di mura megalitiche. Ammirando il signorile prospetto orientale della residenza si nota la simmetrica torre quadra angioina, adornata da finestre gotiche e belvedere con logge balaustrate tardo-rinascimentali. Sullo spigolo est s’incastra la poderosa e armoniosa torre dodecagonale, modello di architettura bellica risalente alla metà del XV sec., con muri scarpati, e merlatura per posizionare le bocche da fuoco. La torre cilindrica, simbolo peculiare di Conversano che guarda al mare, s’innesta all’angolo nord-est della facciata principale, e reca lo stemma degli Acquaviva e dei Del Balzo Orsini. Uno dei più potenti feudatari a dimorare nel castello è stato indubbiamente Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, detto il “Guercio” di Puglia, e al suo periodo si devono cantine, depositi, cucine, di cui si vedono i resti, ma soprattutto il piano nobile con affaccio sul cortile porticato, appartamenti, sale da pranzo. Oggi all’interno del castello c’è la pinacoteca che ospita il ciclo pittorico della “Gerusalemme liberata” del notevole pittore caravaggesco, Paolo Finoglio, del quale si ammirano anche gli affreschi che ornano la camera da letto, ora parte di abitazioni private, che rappresentano argomenti biblici. Invece nella parte superiore del castello si può visitare la Galleria d’Arte F. Netti.

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